27 gennaio 2016

la città che sussurrò


Circa 1700 ebrei fuggirono dal piccolo villaggio di pescatori di Gilleleje. In una notte senza luna, gi abitanti del villaggio, dalla soglia delle loro abitazioni, sussurrarono loro la direzione giusta per il porto."

Con questa nota si chiude il libro e la storia de La città che sussurrò. Una storia semplice ma pericolosa, umana e incredibile, condotta da molte persone con poche parole sussurrate.


Narra un fatto realmente accaduto durante la seconda guerra mondiale, quando un intero villaggio danese si prodigò per salvare degli amici o persone sconosciute dall'orrore dei lager.

La forza e la delicatezza di questo racconto hanno portato al libro il Premio Andersen 2105 e numerosi riconoscimenti delle Comunità ebraiche.

Qui un approfondimento.



24 gennaio 2016

L'Olocausto raccontato ai ragazzi


In occasione della Giornata della Memoria la Rai dedica una sezione specifica ai bambini e ai ragazzi: contributi video, approfondimenti, consigli di letture, film e interviste. Anche per genitori.

http://www.giornodellamemoria.ragazzi.rai.it/dl/portali/site/page/Page-ac2ba31d-c569-4278-819f-411924ef12db.html

21 gennaio 2016

abbiamo letto per voi


Il libro di "La perfida Ester", parla di una ragazzina di nome Rossana.Come  vi sentireste se vi dicessero che dovete lasciare la scuola  perché la vostra religione o la vostra origine non piacciono a chi comanda?Questo è successo veramente nel 1938. Non  ci credete?  Io vi consiglio di leggere il libro, perché la ragazzina è stata costretta  a cambiare scuola ma per lei non è stato facile.
                                                        Giulia

Abbiamo ascoltato " Il segreto della casa sul cortile" che racconta dei sogni e del coraggio di una ragazzina ebrea. Nel 1943 i nazisti entrarono a Roma, una famiglia ebrea cercò di sfuggire ai tedeschi per evitare di finire nei campi di concentramento.La famiglia cambiò semplicemente casa:un mini appartamento di un enorme palazzo grande quasi come un paese. Ce la farà a sfuggire ai nazista?
Vi consigliamo di leggere questo libro perché racconta di un drammatico periodo storico che ha fatto morire milioni di ebrei.
                                          Greta, Jessica e Paolo

Questo libro parla di una famiglia ebrea, che abitava in Germania nel 1944. Saliti su un treno diretto ai campi di concentramento, la madre per salvare dalla morte l'unica figlia, la lancia vicino a un passaggio a livello. Una donna la trova e la mantiene trattandola come una figlia e chiamandola Erika. 
Noi vi consigliamo di leggerlo perchè è una storia molto commovente.
                                                 Alice e Sofia


                                     

20 gennaio 2016

L'albero di Anne

anteprima pdf

Una storia emozionante e delicata scritta da una bibliotecaria che immagina un protagonista, realmente vissuto, che si trovava proprio nei paraggi della casa - nascondiglio della famiglia Frank. Questo personaggio era stato descritto nel famoso diario di Anna e proprio da qui è iniziato il racconto ambientato ad Amsterdam e scritto da Irene Cohen-Janca.
E' un ippocastano, (illustrazioni acquarellate) che racconta fatti reali, persecuzioni, leggi razziali e tragedie narrate  per aiutare i bambini a capire come la Giornata della Memoria sia una data che ha un senso profondo e importante.
Questo ippocastano continua la sua testimonianza in diversi musei ebraici nel mondo.

11 gennaio 2016

Cappuccetto verde


Una storia che racconta come una rana aiuta Cappuccetto Verde a scacciare il lupo: ma come? Ascolta e, se vuoi, leggi.

In una piccola casetta in mezzo a un prato, abitava Cappuccetto Verde. E’ una bambina tanto buona e simpatica. Un giorno sua mamma le mise in testa un cappuccetto fatto di foglie verdi, molto ridicolo, ma a Cappuccetto piaceva piaceva tanto che lo teneva sempre in testa: se lo toglieva solo quando andava a dormire.
Una rana, di nome Verdocchia, è molto amica di Cappuccetto Verde e giocano sempre assieme. Ma Cappuccetto Verde ha anche altri amici e amiche: c’è Zip che è una cavalletta verde, e ha questo nome perchè all’improvviso salta via come una molla.
Poi c’è Giuseppa la tartaruga e Pisellina la lumaca che fanno sempre delle gare di velocità, e Zip scherza con loro saltando sull’una o sull’altra. La mamma di Cappuccetto Verde ha un regalino da portare alla nonna Cicalina che abita in un’altra casetta dopo il bosco: è un bel cestino fatto di rami verdi intrecciati, con dentro una bottiglia di menta, del prezzemolo, dell’insalata, un pacchettino di carta verde a disegni verdi con dentro del tè di menta.
- Portami questo cestino alla nonna,- dice la mamma a Cappuccetto Verde, e Cappuccetto si mette il vestitino verde, le scarpine verdi, con le calzine verdi.
- Mi raccomando,- dice la mamma, - quando attraversi il bosco stai attenta ai pericoli, guarda dove metti i piedi, non perdere la strada, non disturbare le formiche e torna indietro presto.
- Vieni con me Verdocchia, - dice Cappuccetto Verde. Poi dà un bacio alla mamma ed esce dalla sua casa per andare dalla nonna.
Dopo pochi passi, ecco che si vede subito il bosco con la sua luce verde. Cappuccetto cammina con passo sicuro, portando il cestino con dentro la roba per la nonna.
Come è bello il bosco: ci sono foglie dappertutto,davanti dietro sopra e sotto,foglie di ogni tipo, strette larghe lunghe, coi dentini o lisce, foglie che pungono, foglie morbide...
La rana Verdocchia si diverte a saltare come una matta, salta sulle grandi foglie, salta sui sassi, salta sull’erba. Cappuccetto Verde cammina svelta ascoltando il cinguettio degli uccelli.
Il bosco diventa sempre più pieno. Cappuccetto va per il suo sentiero. Cappuccetto passa dietro una grande roccia.
Il lupo!...La bestiaccia nera vuole spaventare Cappuccetto Verde per rubarle il cestino: Salta fuori all’improvviso da dietro la roccia dove si era nascosta. Ma per fortuna era la fine del bosco e Cappuccetto Verde corre fuori dove il lupo non va perchè ha paura di essere visto e preso dalla gente. Il lupo segue Cappuccetto Verde con lo sguardo rabbioso, nascosto dietro un cespuglio, e già pensa di saltarle addosso quando sarà arrivata a casa della nonna. Cappuccetto corre verso la casa della nonna. Ma dov’è Verdocchia? La rana non c’è più. Dove sarà? Dove sarà la rana Verdocchia?
-Presto presto, venite tutti,- dice Verdocchia ai suoi amici. – Cappuccetto Verde è in pericolo, c’è il lupo, corriamo a salvarla!
E via tutti in un balzo.
All’improvviso il lupo è assalito dalle rane. Non capisce cosa succede, cerca di acchiapparle con le sue zampacce, si agita, si dimena, e intanto le rane le rane lo assaltano da tutte le parti, gli saltano sul muso sono più svelte di lui. Il lupo crede che siano tante e tante, come un grande temporale, e alla fine ha il fiato grosso, gli gira la testa, sta male.
Intanto Cappuccetto Verde è arrivata a casa della nonna. Il lupo tutto sbuffante si allontana. Verdocchia lo minaccia ancora. Via! Via!
Cappuccetto suona il campanello ed entra nella casa.
La nonna ha visto tutto e ha preparato un buon tè di menta per Cappuccetto e per i suoi amici. Le rane si accomodano dove vogliono.
Cappuccetto Verde ha, nella casa della nonna Cicalina, un suo tavolino piccolino con una tovaglia a pallini, una sua seggiolina, e una sua bibliotechina nella biblioteca della nonna.
Tutti bevono il tè con molto zucchero: una rana non vuole zucchero. Tutti si riposano un poco, prima di ritornare.
- Senza zucchero, per favore.-
Ecco Cappuccetto Verde che torna a casa, attraversa ancora il bosco assieme alla sua amica rana e agli altri ranocchietti che anche loro tornano a casa. Ormai Cappuccetto non ha più paura del lupo perchè sa che ha tanti amici.
Arrivati a casa,Cappuccetto e Verdocchia raccontano alla mamma la loro avventura. Cappuccetto racconta bene tutta la storia e Verdocchia fa vedere come ha fatto a spaventare il lupo.
- Quel brutto lupo cattivo non si farà più vedere, - dice la mamma, - ormai ha preso una paura che non gli passerà tanto presto: una paura che prima non sapeva neanche esistesse.
- Voglio sentire anch’io, - dice la tartaruga che è arrivata tardi. 
                                                                                                                 Bruno Munari, 1972